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2014-2022 – Burkina Faso: “La crisi infinita“ – Golpe militare in Burkina Faso

Nuovamente tradite le speranze del popolo degli “uomini integri”.

I semi di speranza delle manifestazioni di piazza che riuscirono a deporre Blaise Compaoré, l’eterno presidente oggi sotto processo per l’assassinio di Thomas Sankarà  non hanno dato i frutti sperati .

Il paese continua ad essere vittima di una profonda crisi aggravata dalla presenza di gruppi armati jiadisti che grazie alla scarsa presenza dello Stato nelle zone transfrontaliere tengono in ostaggio il paese in uno stillicidio di violenza quotidiana che ha prodotto danni enormi:  un milione e mezzo di sfollati interni, 38mila rifugiati in Paesi vicini, 2.600 scuole e più di 300 dispensari chiusi, paura e incertezza.

I militari autori del golpe accusano il presidente Kaborè di non essere riuscito ad arginare il terrorismo Jiadista e un loro portavoce ha assicurato  che seguirà una fase di transizione democratica.

Sarà così?

 

In allegato il servizio di France 24: https://youtu.be/L-lZ2wEVeX0

 

24 gennaio 2021.

 

 

ALLA RICERCA DELLE RADICI – THOMAS SANKARA

Partii di domenica mattina dalla stazione degli autobus di Ouagadougou diretto a Yako, dove mi attendevano Mario e Rosario.
Eravamo sulle tracce della famiglia di Thomas Sankara, spinti dall’incontro con Silvestro Montanaro e la visione del suo documentario “E quel giorno uccisero la felicità“ (di cui allego il link: https://youtu.be/GPCNq-T7yDY ).
Arrivati a Yako fummo contattati da un nipote di Thomas che ci comunicò che avremmo potuto incontrare suo zio Valentin, fratello di Thomas, che viveva a Ouagadougou, per cui rientrammo nella capitale ed emozionati ci organizzammo per l’incontro.
La casa di Valentin era la stessa dei suoi genitori: tra queste mura Thomas era cresciuto e in questa casa era solito intrattenersi e ricevere amici e funzionari anche da Presidente del Paese.
Entrati in casa, Valentin, secondo la tradizione burkinabè, ci accolse alla maniera tradizionale offrendoci dell’acqua, non senza avvertirci che si trattasse di acqua di pozzo… la casa non era allacciata alla rete idrica.
Quella casa incarnava il pensiero di Thomas: “Non possiamo essere la classe dirigente ricca in un paese povero”.
Tutto ciò che il giovane presidente aveva gridato, rivolgendosi ai potenti della terra ed alla gente del suo paese, era lì, incarnato in quella modestissima casa ed in tutto ciò che quella casa conteneva: la sua chitarra, le foto di famiglia, il ricordo dei suoi cari.

 

Il nostro incontro con Valentin, fratello di Thomas Sankara.